Fintanto che mi ritrovai ad essere l'unica dei due a contestare.Rispondevo da sola alle mie domande,proprio come se stessi litigando con me stessa.
Che sofferenza,mi dissi in cuor mio stranamente calma.
Questo non vuol dire discutere di un problema,ormai hai già deciso no?
Avrei voluto uno scontro più violento,arrivare a non sapere cosa fare e di perdere un pò di tempo per riflettere.Ma se questo era quello che lui aveva deciso,a me non restava più niente da dire.
Chissà perchè il mio compagno non si era nemmeno chiesto se la sofferenza non fosse maggiore,per chi,senza cadere malato o scoppiare in lacrime,continuava ad avere appetito,a uscire e a vedere gli amici.Io ero semplicemente pazza di lui,e senza rendermene conto ormai mi aggrappavo con tutte le mie forze ai miei sentimenti e alla mia condizione.Era stato tutto molto divertente,niente di più,proprio come quando in primavera soffia il vento tiepido e con la punta del naso ti godi i suoi profumi dolci,oppure come quando in inverno ti senti felice a stare seduta davanti ai termosifoni con le ginocchia bollenti.
Io mi ero immersa in quella vita di coppia,in quella grande storia d'amore senza futuro in cui giorno dopo giorno si accumulavano leggeri ricordi quotidiani privi del peso della realtà.
A dire la verità,sapevo che stavo perdendo,istante dopo istante,qualcosa di molto importante.Per esempio il tempo per me stessa e la lucidità del giudizio.Ero certa che non avrebbe mai potuto immaginare il livello di depressione in cui mi trovavo.
Tuttavia non lo odiavo.Sapevo che,anche se avessi provato rancora,non avrei risolto niente:la situazione attuale non era altro che lo sviluppo degli eventi.Qualunque fosse stata la giustificazione che avessi cercato,nulla sarebbe cambiato.Ma tra quelle pareti carice di ricordi,capivo che stavo dissolvendomi poco alla volta,ero ormai sul punto di diventare uno spettro del mio passato.
Non riuscivo a credere che fosse possibile indebolirsi al tal punto per una delusione d'amore.
Smarrita all'interno di quella vita passata,capii che così facendo non ce l'avri fatta più ad uscirne.
Mi sforzavo con tutta me stessa di far finta di niente,ma ormai non appartenevo più allo spazio che mi circondava.
[Parole tratte da "L'abito di piume" di Banana Yoshimoto,libro sembrato scritto dal mio stato attuale]
Mi hai fatto quasi piangere. Triste, ma bellissimo post.
RispondiEliminaSempre intrigante la Banana, mi è sempre piaciuto il suo modo di scrivere, e il suo mondo particolare. Bentornata Ukiyo miao
RispondiEliminaAmo la Yoshimoto di un amore incondizionato. Sono drogata dei suoi libri, li ho tutti ,la conobbi attraverso "kitchen", che per me resta il suo capolavoro.
RispondiEliminaBel post !
Bentornata cara Ukiyo :)
Una perdita che lacera. quando non si sentono piu' i profumi resta un senso di vuoto che attanaglia ma nel contempo chiude il cerchio.
RispondiEliminaBellissimo il passo scelto
Clelia
l'ho letto...bel libro...
RispondiEliminaanche se ho una visione ben diversa
Hai cambiato l'immagine principale, non scatti più da sdrsaiata a terra!!
RispondiEliminati consiglio "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery dato che sei amante della cultura giapponese... a me è piaciuto molto,spero tu non l'abbia già letto!
RispondiEliminasaluti
Leggere questo scritto mi ha spezzato il cuore...è atroce sentirsi dissolvere..
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